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A scuola di videogames: Metroid

Ciao a tutti cari videogiocatori e ben tornati nella rubrica A scuola di videogames! In questo terzo appuntamento parleremo di un gioco fondamentale per la crescita di Nintendo, ma che non ha mai raggiunto il successo mediatico delle altre due saghe trattate precedentemente: stiamo parlando dell’epopea galattica di Metroid.

L’epoca d’oro di Nintendo

Torniamo all’anno 1986, già citato per l’uscita sul mercato di The legend of Zelda, e analizziamo la situazione videoludica: il Famicom spopolava in tutto il Giappone, e allo stesso modo il NES in occidente. Ovviamente Nintendo voleva nuovi giochi per tenere alto l’entusiasmo generale e non far calare le vendite, quindi si rivolte a uno delle menti più brillanti della casa di Kyoto:  Gunpei  Yokoi.Per chi non lo sapesse, tale Gunpei inventò tra le altre cose la croce direzionale dei controller e la console portatile Game Boy, quindi ci troviamo davanti ad un grande creativo che ha lasciato un marchio indelebile nella storia videoludica.

Il brillante impiegato aveva molte idee, ma decise di concentrarsi su una storia ambientata nello spazio e per dar forma a questo progetto si rivolse a  Yoshio Sakamoto, altra mente geniale dell’azienda giapponese.L’idea di base era la seguente: un gruppo terrorista di pirati spaziali intende destabilizzare l’ordine, ma un cacciatore di taglie (il protagonista) sarà pronto a sconfiggerli.

Una storia più adulta

Partendo dalla scelta del protagonista e dei cattivi, la storia prende mano a mano una piega più matura e cinematografica rispetto a molti altri giochi dello stesso periodo. L’incipit sarà infatti il seguente: nell’anno cosmico 20X5, la Federazione Galattica scoprì una nuova razza, i Metroid, sul pianeta SR-388. Queste creature  simili a meduse fluttuanti avevano la capacità di attaccarsi alla testa delle loro vittime per risucchiarne la vita per  convogliarla nel proprio sistema cerebrale. I pirati spaziali riuscirono ad ottenere alcuni Metroid per usarli per i loro scopi e si trasferirono sul pianeta Zebes. L’intervento di truppe armate fu inutile e si decise di far entrare in scena il cacciatore di taglie per eliminarli.

Una sorpresa per i videogiocatori

Nintendo diede completamente carta bianca ai due creatori, così decisero di prendere una strada non ancora tentata da nessuno sviluppatore: dalla scelta scontata di utilizzare un protagonista di sesso maschile si passò alla prima vera e propria eroina videoludica, Samus Aran. Tale scelta però non fù palese ai giocatori  in quanto la nostra eroina era sempre vestita con una tuta spaziale che non lasciava intravedere il suo aspetto, quindi gli sviluppatori crearono una vera e propria chicca videoludica: finendo il gioco in meno di 5 ore più si è stati veloci più pezzi della tuta scomparirano, rivelando il vero aspetto di Samus.

Il Gameplay che ha creato un genere

Come già detto in precedenza ci troviamo sul pianeta Zebes, e qui arriva subito il senso di smarrimento. Dove si deve andare? “Guarda la mappa” direte voi, e invece no. Nel gioco non esiste nessuna mappa di gioco. Si dovrà utilizzare la propria memoria ed esplorare di volta in volta nuove aree magari rese accessibili solo grazie ad un potenziamento di Samus ottenuto poco prima. Inizialmente infatti la nostra protagonista disporrà solamente di un cannone al braccio ed un serbatoio di energia  (con valore massimo a 99 e che diminuisce ogni volta che subiamo danni fino al game over) ma affrontando i boss e raggiungendo nuove aree diventerà sempre più forte grazie a nuove armi, serbatoi e upgrade della tuta. A rendere tutto ancora più complicato è da segnalare anche l’assenza di salvataggi veri e propri nella sua versione per NES, il gioco infatti utilizza un sistema di password per poter continuare se si decide di abbandonare la partita.

Impatto sulla cultura videoludica

Grazie a tutti questi elementi innovativi e al boom delle console Nintendo, Metroid ebbe un ottimo riscontro di critica e di pubblico. Se poi aggiungiamo i riferimenti al film Alien, ovvia ispirazione durante lo sviluppo del titolo, Samus in poco tempo divenne la versione virtuale di Ellen Ripley,  protagonista forte ed intelligente della saga cinematografica appena citata.La cacciatrice di taglie aprì la strada alle successive eroine del mondo del gaming sempre pronte a badare a loro stesse, e ciò portò col tempo ad una conquista importantissima: molte ragazze cominciarono a loro volta a videogiocare e ad immedesimarsi in questi personaggi femminili. Il mercato quindi cresce grazie a questa nuova fetta di pubblico che col passare degli anni non smetterà mai di aumentare, e per questa grande svolta non possiamo far altro che ringraziare Samus.