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[TEORIA] AZ e Galar: un viaggio nella mitologia antica alla scoperta dei loro legami

Eccoci tornati, dopo quasi 20 giorni, su un’altra teoria Pokémon … questa volta in piena quarantena. Anche quest’oggi andremo ad analizzare e riportare il frutto del lavoro dell’utente Reddit markdmo, che, proprio come l’ultima sua teoria riportata in un nostro articolo, ha creato un post su Reddit e un video su Youtube dove espone le sue congetture, in lingua inglese.

Stavolta non ci concentreremo sull’ispirazione mitologica di Pokémon Spada e Scudo o del suo antagonista, ma sempre della regione di Galar si parla… Oggi, però, metteremo principalmente le mani su un vecchio, potente personaggio del franchise… stiamo parlando del re immortale di Kalos, AZ.

AZ come Alfa e Omega

La storia di AZ: La sua punizione eterna

Prima però, per rinfrescarci la memoria, ripercorriamo insieme la storia di AZ… Egli è su questa terra da ben 3000 anni, e ai suoi tempi era re di Kalos. Durante il suo regno, scoppiò una guerra contro un altro territorio, e il suo amato Pokémon, Floette, venne mandato a combattere. Ma, durante la battaglia, il Pokémon venne ucciso… Addolorato più che mai, AZ costruì una gigantesca macchina per riportarlo in vita, che assorbiva però la forza degli altri mostriciattoli tascabili. Il piano di AZ fu un successo, Floette era tornato in vita! Ma, ormai avendo perso il senno, il re decise di trasformare la sua macchina in una temibile arma, che distrusse entrambi gli schieramenti e pose fine alla guerra.

Floette, però, disgustato da ciò che il suo allenatore aveva fatto, lo abbandonò. L’energia della macchina aveva reso AZ più alto degli altri uomini e, soprattutto, immortale, costringendolo a vivere in eterno vagando alla ricerca del suo amico, in un pentimento senza fine.

“Io sono l’alfa e l’omega, il principio e la fine.”

Dopo aver riletto la storia di AZ, procediamo senza indugi con l’analisi del personaggio, per poi arrivare alla sua ispirazione. Per prima cosa il nome: AZ, la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto, che vedremo essere un riferimento alla pratica della scrittura, ma anche alla sua immortalità. Infatti, la A e la Z possono essere ricondotte a Alfa e Omega, la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto greco, che insieme formano una simbologia ricorrente in molte culture, come… quella cristiana. In effetti, l’Alfa e l’Omega appaiono nel Libro della Rivelazione, l’ultimo libro del Nuovo Testamento cristiano che narra dei giorni antecedenti all’Apocalisse

Dal Libro della Rivelazione, verso 21:6: “Ogni cosa è compiuta. Io sono l’alfa e l’omega, il principio e la fine. A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell’acqua e della vita.

Come si può leggere, l’alfa e l’omega rappresentano, rispettivamente, l’inizio e la fine di tutto, che vengono ricollegati a Dio, il quale anch’esso è principio e fine di tutto. Casualmente, questo verso è molto simile a quello che possiamo leggere negli archivi di Elisio su AZ: (tradotto dall’inglese) “Il nome del re era AZ, ed era sia la fine che l’inizio. Egli usò la tecnologia come non si era mai visto a quei tempi, per unificare Kalos per la prima volta.

La prima unificazione di Kalos, compiuta da AZ, può essere ricollegata al re Clodoveo I (466 – 511 d.C.), che fu il primo a unificare la Francia, regione a cui Kalos è ispirata. Il re Clodoveo I è connesso all’utilizzo del “Fleur de Lis”, un giglio che simboleggiava la monarchia francese. Guardate un po’, questo particolare giglio è la fonte d’ispirazione per Elisio, la macchina di AZ e Floette.

Il dono malsano dell’immortalità

Appurato che AZ è strettamente collegato alla simbologia dell’alfa e omega, quindi la fine del mondo, possiamo passare a un’altra sua caratteristica: l’immortalità. AZ è un uomo distrutto, costretto a vagare in eterno come punizione per le sue azioni… esattamente come… la leggenda dell’Ebreo Errante.

L’Ebreo Errante è un protagonista di un racconto popolare europeo del ‘300, che venne definito eretico dalla Chiesa cristiana. Secondo la leggenda, di carattere cristiano, mentre Gesù si stava recando al luogo della sua crocifissione, si fermò un attimo a riposare. L’uomo che lo stava accompagnando, che non lo aveva mai riconosciuto come il Messia, gli intimò con violenza di continuare, schernendolo. Si racconta allora che Gesù maledisse l’uomo, donandogli l’immortalità ma costringendolo a vagabondare in eterno fino alla sua Seconda Venuta, il Giudizio Universale o, più semplicemente, la Fine dei Tempi

Vi ricorda qualcuno? Magari, un’altra persona che vagabonda in eterno per espiare i suoi peccati… qualcuno che distrusse due interi eserciti con la sua macchina…

AZ e Gilgamesh: due re dannosi per il popolo

Chi è Gilgamesh?

Ci stiamo per collegare alla regione di Galar… ma prima, tiriamo in ballo un altro personaggio mitologico: Gilgamesh. Gilgamesh è un eroe mesopotamico protagonista dell’Epopea di Gilgamesh, il poema più antico arrivato ai giorni nostri. Esso è una raccolta, risalente a più di 4000 anni fa, di poemi sumerici, che costituiscono, senza esagerazioni, una delle fondamenta della cultura occidentale e medio-orientale. Il racconto è passato infatti nelle mani di molti popoli antichi, soprattutto in forma orale, ricevendo numerose variazioni e insediandosi nelle loro culture. Facendovi un esempio, l’Epopea di Gilgamesh è presumibilmente una delle ispirazioni dell’Iliade e l’Odissea.

Ma veniamo al dunque, Gilgamesh è, anch’esso, un re. Egli regnò sulla città sumera di Uruk, e in alcune versioni del racconto si narra che cercò di ottenere… l’immortalità. Con il Medioevo, però, la cultura occidentale si dimenticò di Gilgamesh e dei suoi racconti, fino al 1849. In quell’anno, un archeologo inglese, Austen Henry Layard, era in viaggio per cercare prove che dimostrassero la veridicità dell’Antico Testamento. Egli fece una scoperta eccezionale: rinvenne delle tavole di argilla incise con caratteri cuneiformi, nell’odierno Iraq. Questo tipo di tavole venne rinvenuto anche in altre aree, ed esse vennero studiate, tradotte… ed è così che Gilgamesh riemerse dall’oblio.

Eccovi una parte del prologo: “Gilgamesh, che vide l’Abisso, la fondazione del paese, che conosceva tutto, era saggio sotto tutti gli aspetti! Egli esplorò ovunque… e imparò ogni forma di saggezza. Egli vide cosa era segreto, scoprì cosa era nascosto, riportò una storia da prima del Diluvio. Arrivò molto lontano, era stanco, trovò la pace, e scrisse tutte le sue scoperte su delle tavole di pietra. Egli costruì il bastione di Uruk, della sacra Eanna, il magazzino segreto.

L’Abisso è Apsu, il regno di Ea, dio dell’acqua, della creazione e della saggezza. Apsu era immaginato come un grande oceano sotto la superfice della Terra. Gilgamesh è riuscito quindi a guardare dentro Apsu, e ha trovato la conoscenza infinita. Ma vediamo altre informazioni su questo eroe mitologico…

Il tiranno che sfida gli dei

Avendo saputo della sua saggezza e sapienza infinita avrete pensato a una figura benevola… beh, no. Gilgamesh era un tiranno che opprimeva gli abitanti di Uruk. La popolazione, allora, chiese aiuto agli dei, che inviarono un potente uomo di nome Enkidu. Enkidu sfidò Gilgamesh a duello, ma quest’ultimo vinse, ma dopo il combattimento, i due divennero carissimi amici, ognuno ammirando la forza dell’altro.

Tempo dopo, Gilgamesh, alla ricerca di fama e gloria, uccise il semidio Humbaba. Impressionata dalla sua potenza, la dea Ishtar si innamorò di Gilgamesh, ma lui la rifiutò. Essa, allora, mandò un Toro del Paradiso ad ucciderlo, ma il re, con l’aiuto di Enkidu, uccisero a loro volta la bestia. Gli dei infine si infuriarono, maledicendo Enkidu, che morì poco dopo.

Gilgamesh, dopo quegli eventi, venne divorato dalla paura di morire. Così, andò a visitare Utnapishtim, un uomo immortale che, avvertito preventivamente da Ea, riuscì a sopravvivere al diluvio mandato dagli dei per sterminare l’umanità (E… sì, il racconto biblico di Noè deriva proprio da questi miti).

Egli raccontò a Gilgamesh che il suo era un caso eccezionale, e che lui non poteva diventare immortale. Lo informò, però, di una pianta che avrebbe potuto ringiovanirlo. Gilgamesh riuscì ad arrivare alla pianta, ma un serpente, mentre lui era distratto, gliela rubò e la mangiò. Alla fine del racconto, Gilgamesh realizzò che esisteva un modo per diventare immortale: la sua storia doveva essere scritta, per rimanere impressa in eterno (guardate un po’… scrittura eh?).

Ed ecco che abbiamo molti collegamenti fra Gilgamesh e AZ: entrambi sono re, entrambi hanno commesso crimini ai danni della loro popolazione, entrambi hanno perso un carissimo amico, ed entrambi connessi all’immortalità e alla scrittura.

Il distruttore dell’ecosistema

Ma non è finita qui, in altri racconti si narra che la dea Ishtar piantò un albero sacro nei giardini interni di Uruk. Quest’albero divenne casa per moltissimi animali, e non solo. In particolare: un serpente iniziò a vivere tra le radici dell’albero, l’uccello mitologico Anzu fece il nido sulla sua cima, insieme ai suoi piccoli, e, infine, una giovane demone fece della base dell’albero la sua dimora.

Piccola curiosità: la giovane demone è Lilith, che nella sua trasposizione negli antichi racconti ebraici è stata la prima moglie di Adamo, ancor prima di Eva.

Ma, ritornando a noi, possiamo collegare quest’albero sacro all’Yggdrasil della mitologia norrena, l’albero della vita, anch’esso caratterizzato da un serpente alle radici e da un volatile sacro sulla cima. E qui arriva il bello: l’Yggdrasil può essere a sua volta collegato al trio di leggendari di Pokémon X e Y, dove Zygarde rappresenta il centro dell’ecosistema, il bilanciamento perfetto fra la vita (Xerneas) e la morte (Yveltal), proprio come l’Yggdrasil. Se ricordate, AZ, con la sua macchina, distrusse l’ecosistema di Kalos, sterminando gran parte della popolazione, sia umani che Pokémon.

Non sarebbe divertente se Gilgamesh avesse ucciso il serpente, rompendo l’ecosistema e facendo scappare gli altri animali? Beh, lo ha fatto. Dopo questi fatti, Ishtar donò a Gilgamesh due strumenti sacri (si crede un tamburo e un flauto), che però caddero negli Inferi. Enkidu si offrì di andare a recuperarli, ma morì e rimase intrappolato negli inferi. Fu così che Gilgamesh, aiutato da Ea, riuscì a riportare infine il suo amico in vita. Oh, ma guarda un po’, ha riportato un suo amico in vita, eh? Ah… quasi dimenticavo: Gilgamesh era più alto degli altri uomini.

AZ e Galar: un personaggio e una regione con le stesse origini

Siamo finalmente giunti all’ultima, lunga, parte di queste analisi e ricerche. Qui scopriremo come AZ e Galar hanno le stesse, o molto vicine fra loro, fonti d’ispirazione. Prima di continuare, però, vi consigliamo vivamente di leggere un altro nostro articolo, sempre derivante dalle ricerche dello stesso autore di queste, che tratta delle ispirazioni della regione di Galar. Le deduzioni in quell’articolo ci saranno molto utili per quello che stiamo per analizzare.  

Dai Nefilim alla Torre di Babele

Nel 1946, in Israele, sono state scoperte delle scritture risalenti al quarto secolo a.C. Esse, scritte in greco, ebraico e aramaico, contengono dei racconti biblici mai visti prima d’allora. Ed è qui che ritorna Gilgamesh. Però in questi racconti non è il re mitologico del poema mesopotamico, ma bensì, un Nefilim. I Nefilim sono figli degli Angeli Caduti (i seguaci di Lucifero) e donne umane, e sono caratterizzati da una corporatura più grande degli uomini, quasi giganti.

Si racconta che i Nefilim e gli Angeli Caduti abbiano corrotto l’umanità, per esempio insegnandogli a creare le armi. Fu così che Dio diede origine al diluvio universale, per sterminare gli angeli caduti e i Nefilim, e purificare l’umanità. Lasciò in vita solo Noè, che era stato avvertito dall’Arcangelo Uriele. Ebbene, è possibile che questi giganti, i Nefilim, siano legati al fenomeno del Dynamax.

Il nonno di Gilgamesh, Enmekar, fu re durante l’episodio della Torre di Babele. Il re babilonese Nimrod, infatti, ordinò la costruzione di un’immensa torre, per fare in modo che gli uomini potessero elevarsi fino a raggiungere Dio. Quest’ultimo, allora, creò scompiglio: prima di quell’evento tutti gli uomini parlavano la stessa lingua, ma Dio fece in modo che da quel momento parlassero lingue diverse. In questo modo, gli operai non si capivano più a vicenda e non poterono completare la costruzione della torre. Anche nella mitologia mesopotamica il mito esiste, semplicemente il Dio cristiano è sostituito da Ea.

Gli ultimi anelli: l’Arcangelo Uriele e il Ragnarok

Il re Nimrod, nella Divina Commedia, è rappresentato come un gigante legato al terreno, nel nono cerchio dell’inferno. Questo concetto è stato ispirato dal Tartaro, nel Libro dei Giganti. In questo libro, scritto da Enoch, antenato di Noè, il Tartaro viene descritto come un posto nell’Inferno dove gli Angeli Caduti e i Nefilim sono imprigionati al terreno, e sono sorvegliati… dall’Arcangelo Uriele. Di nuovo lui, eh?

Ma perché è così importante? Fin’ora abbiamo costruito una catena, una catena che è partita da AZ, è passata da Gilgamesh, da Nimrod, e ora siamo arrivati all’Arcangelo Uriele. Ebbene, questo Uriele, come si collega a Galar? Per scoprirlo, colleghiamoci prima alla mitologia norrena

Secondo i miti norreni, l’universo è nato da un abisso situato tra le terre del Fuoco e quelle del Ghiaccio. Da questo caos, nacque Ymir, un Gigante di Ghiaccio, che creò altri giganti. Dopo molto tempo, Odino e i suoi due fratelli, discendenti dei giganti, uccisero Ymir, e utilizzarono il suo corpo per creare l’universo, l’Yggdrasil e i 9 regni. I Giganti di Ghiaccio vennero segregati nel regno di Jotunheim.

Come questo si collega a Pokémon? Diamo un’occhiata alle lastre di Arceus, in particolare alle incisioni su due di esse:

  • Quando fu creato l’universo, i suoi cocci crearono questa lastra.
  • Questa lastra racchiude la potenza sprigionata da giganti sconfitti.

Ma i giganti torneranno, e, secondo la mitologia norrena, il ritorno dei giganti corrisponde al Ragnarok. Ed ecco che ci ricolleghiamo al nostro articolo precedente che ho menzionato prima, dove vi abbiamo mostrato gli stretti collegamenti fra la regione di Galar e il Ragnarok. Durante questo evento, Fenrir, padre di Skoll e Hati, caricherà Asgard accompagnato dai Giganti, per uccidere Odino. In questo evento, i giganti saranno guidati da Surtur, un Gigante del Fuoco che impugna una spada infuocata.

Chi altro ha una spada infuocata? L’Arcangelo Uriele, a guardia anche del Giardino dell’Eden, dopo che Adamo ed Eva sono stati cacciati. Egli protegge l’Albero della conoscenza, della vita. Il viaggio per raggiungere quest’albero, nella tradizione ebraica, è chiamato anche come Sentiero della Spada Infuocata. L’albero di cui stiamo parlando è lo stesso albero che si collega perfettamente con la regione di Galar (anch’esso concetto esposto nell’articolo precedente).

La fine della catena

Abbiamo finalmente finito questo piccolo (neanche troppo) viaggio attraverso l’ispirazione di AZ e della regione di Galar, e abbiamo scoperto i loro punti in comune. Certo, potrebbero sembrarvi dei collegamenti un po’ forzati, e avete tutto il diritto di pensarlo, ma prendeteli per quello che sono: il frutto delle ricerche di un appassionato che si è divertito a ricercare i miti d’ispirazione e a collegarli! Quindi, vi è piaciuto l’articolo? Ne volete altri di simili, magari con ricerche dello stesso autore? Fatecelo sapere sul nostro gruppo Telegram!