Redout: Space Assault – Recensione: un indie spaziale tutto italiano

Abbiamo avuto modo di provare Redout: Space Assault di 34BigThings software house torinese – su Nintendo Switch: tra esplosioni, esplorazione, tanti nemici, potenziamenti, quest, sub-quest e personalizzazioni ci siamo goduti dei bei momenti di totale relax. Momenti distruttivi, caotici, frenetici, ma pur sempre di relax.

Una rotaia nello spazio? Può funzionare

Partiamo dal principio: molti di voi potrebbero storcere il naso, ma lo stile old-school del videogioco sparatutto su rotaia – fortemente ispirato all’iconico Star Fox – regala a Redout: Space Assault un qualcosa di speciale. Giocando questo indie, si viene catapultati dritti in una sala giochi anni ’80, dove gli arcade dominavano incontrastati. Ci avranno pensato bene nel team di 34BigThings, perché a rigor di logica un titolo ambientato nello spazio – e uscito nel 2021 – avrebbe potuto meritare un sistema di movimento completamente libero; e invece no. Qui non funziona così, qua si va “dove dico io“. Tu pensa a far piazza pulita dei nemici, al resto pensiamo noi. Tuttavia, nel gioco ci sono anche dei momenti in cui il genere deraglia, per uscire dai binari (in entrambi i sensi) in modo positivo.

La trama è piuttosto semplice: siamo nel 2395, e – pensa un po’ – l’umanità non se la passa bene sulla Terra; ed è così che l’uomo decide quindi di darsi alla colonizzazione dello spazio con l’obiettivo di terraformare Marte per renderlo abitabile. Affronteremo pirati spaziali e ribelli, pronti a impedirci di completare la nostra missione, tra colpi di scena e qualche spunto interessante; ma la trama non è il punto focale del titolo.


Una campagna single player di tutto rispetto

La storia del gioco è percorribile giocando i 9 capitoli della campagna; ogni capitolo è suddiviso in missioni (mediamente 4-5) da completare per passare alla missione successiva. Per proseguire nel capitolo, occorre portare al termine almeno una – quella principale – delle tre sfide proposte. Le facoltative servono per ottenere più crediti utili a potenziare il nostro caccia; potremmo quindi andare a completare le missioni più volte per tentare di completare al 100% le richieste. Una delle pecche di questo sistema è la mancanza di tentativi per le missioni: potrete essere distrutti quante volte volete, pena la perdita dei crediti appena racimolati, oppure il fallimento della missione (se state inseguendo una nave nemica, la perdita di tempo del respawn potrebbe essere determinante). Con i crediti ottenuti, prima di iniziare qualsiasi missione, sarà possibile effettuare migliorie al nostro caccia; avremo a disposizione quattro categorie: scafo, scudo, arma e missili. Ognuna di queste sarà migliorabile spendendo i crediti trovati nella campagna, ma non solo. Al completamento delle missioni, avrete a disposizione tre carte bonus da scegliere, che potrete sostituire con la vostra attualmente in uso. Le carte possono contenere bonus sulla durata migliorata dello scafo, su potenza o numero di missili, e così via. Inoltre, nella medesima schermata, potremmo anche personalizzare la navicella, cambiandone colore e aspetto.

Dopo aver terminato i preparativi per la missione, potremmo finalmente partire. Come vi avevamo già scritto, il viaggio segue una rotta precisa. Che ci sia un cargo da scortare, una nave da controllare oppure una semplice azione d’attacco, la sostanza non cambia. Durante le missioni di esplorazione, invece, avremo modo di girare liberamente nello spazio tra stazioni spaziali e asteroidi, per trovare nemici nascosti oppure progetti mancanti.


Tra barrel roll…

In tutto questo, il gameplay risulta semplice e immediato, grazie alla fruibilità dei comandi. Tramite lo stick sinistro del Joy-Con, possiamo muovere il nostro caccia sullo schermo, mentre per effettuare una virata – necessaria per evitare laser e soprattutto i missili – si utilizzano i tasti L o R in base alla direzione: come faceva Peppy? Ah, sì: “Do a barrel roll!“.
Con ZL possiamo sparare i nostri raggi laser manualmente (è presente l’opzione per attivare il “fuoco automatico”), mentre con ZR si ha il controllo sui missili, che si ricaricheranno in pochissimo tempo e all’infinito. Con B e A possiamo azionare il turbo o il rallentamento del caccia: il primo potrebbe tornare utile nelle missioni di inseguimento, mentre il secondo sarà fondamentale nell’esplorazione di spazi angusti all’interno degli asteroidi. Lo stick destro del Joy-Con offre l’alternativa alla virata (sinistra e destra), al turbo e al rallentamento (in su per il turbo, giù per rallentare). Il tasto X serve a intercambiare le varie armi che possiamo equipaggiare al nostro caccia, anche a missione in corso. Inoltre, tutti questi tasti sono re-impostabili a piacimento dall’apposito menu Controlli.

Il comparto tecnico per Redout: Space Assault è piacevolmente sorprendente: la grafica ricca di colori dona al titolo il giusto ambiente per un ritmo frenetico – e anche un po’ troppo caotico, a volte – dell’azione. Da apprezzare anche la buona definizione dei caccia e in generale la fluidità del movimento su Nintendo Switch. Per quanto riguarda la colonna sonora, questa svolge un ruolo determinante, adattandosi alle virate all’ultimo secondo o alle esplosioni spettacolari; l’atmosfera ideale per un viaggio spensierato nello spazio profondo.


…e qualche difetto

Il pelo nell’uovo di questo titolo resta ancorato alla ripetitività delle missioni: con il proseguire della campagna, ci si potrebbe rendere conto che effettivamente le missioni presentano spesso lo stesso obiettivo; dobbiamo considerare che si tratta di un titolo molto arcade e quindi è plausibile, nel complesso. Ma si poteva fare di più. Magari andando a inserire più missioni libere dal vincolo della rotaia, anche al costo di “snaturare” lo spirito nativo del gioco.


In conclusione…

L’indie di 34BigThings offre questo: spensieratezza. Redout: Space Assault serve a farvi staccare dalla complessità di altre tipologie di giochi, per farvi dedicare del tempo a sparare a qualche navicella nello spazio e a salvare il destino dell’umanità. Lo spirito dell’arcade vive in questo gioco. E l’impegno dell’azienda italiana è stato notevole e lodevole, visti gli sforzi passati – premio Drago D’Oro al miglior gioco italiano del 2017 – per Redout (capitolo dello stesso universo di RSA, ma focalizzato su corse futuristiche alla Wipeout).

La rotaia piazzata nello spazio da 34BigThings, dunque, funziona. Il binario di questo indie è quello giusto, con la speranza che il team di sviluppo torinese non si fermi qui, perché lo scenario italiano del settore videoludico passa anche da queste stazioni.

Voto: 8/10

Vi ricordiamo che Redout: Space Assault è disponibile sul Nintendo eShop di Nintendo Switch al prezzo di 9.99€!