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Satoshi Tajiri e Pokémon: ecco come, 25 anni fa, nasceva la leggenda

A ben 25 anni dal lancio sul mercato giapponese di Pokémon Rosso e Pokémon Verde, quello dei mostriciattoli tascabili è ormai il brand più famoso al mondo. Chi è però l’ideatore di tutto ciò? Pokémon si è rivelato da subito un successo o non è andata esattamente così? Ebbene, mettetevi comodi perché in questo articolo parleremo di come sono nati i Pokémon e del loro creatore, Satoshi Tajiri!

Chi è Satoshi Tajiri?

Satoshi Tajiri nasce a Machida, una città poco distante da Tokyo, il 28 agosto 1965; da papà rappresentante della nota catena automobilistica Nissan e da mamma casalinga. La passione del piccolo Tajiri era quella di catturare insetti, cercandoli costantemente tra campi e foreste; sempre in cerca di nuove avventure! Inoltre amava collezionare tutti gli insetti che catturava, era ormai diventato un vero esperto, così tanto che i suoi amici lo chiamavano Dr. Bug (Dottor insetto).

Con lo sviluppo, però, gli amati campi in cui il piccolo Tajiri aveva passato l’intera infanzia a catturare e collezionare insetti vennero rimpiazzati da alcuni appartamenti. Tuttavia Satoshi Tajiri voleva far provare alle nuove generazioni le stesse sensazioni e le stesse emozioni che provava lui nei panni del ”Dr. Bug”. Con questo obiettivo prefissato in mente avrebbe di lì a poco dato vita a uno dei brand più redditizi di sempre.

L’incontro con Ken Sugimori e la nascita di Game Freak

Tajiri iniziò presto ad interessarsi al mondo dei videogiochi e, andando in una sala giochi, incontrò per caso Ken Sugimori. Loro due, insieme, nel 1982 fondarono una rivista di videogiochi che prendeva il nome di… Game Freak.

Ken sugimori: Ken Sugimori è una figura molto importante all’interno di Game Freak. È colui che ha disegnato da solo tutti i Pokémon e tutti i personaggi di prima e seconda generazione, per poi essere affiancato da altri artisti partendo da Hoenn.

Nel 1991 Tajiri vide per la prima volta due Game Boy che comunicavano tra loro attraverso il Game Link. Immaginò così gli insetti che catturava da bambino passare attraverso questo cavo; ideò così il concetto che è alla base di Pokémon: creature viventi che si possono catturare e scambiare con gli altri giocatori attraverso il Game Link. Dunque, preso da questa sua nuova idea, rese la sua Game Freak nientemeno che una software house.

Capsule Monsters: il prototipo dei Pokémon

Messo così in piedi un piccolissimo team, Game Freak diede il via allo sviluppo del suo primo gioco: Capsule Monsters (questo era il nome di una forma primordiale dei giochi Pokémon), proposto poi a Nintendo.

Come detto in precedenza, questo progetto nasceva dalla voglia di Tajiri nel far provare alle nuove generazioni le emozioni che provava lui da piccolo nel catturare e collezionare insetti. Il nome Capsule Monsters invece era ispirato a quei distributori automatici che, inserendo una moneta, lasciano cadere una pallina di plastica con una sorpresa all’interno. A quanto pare però Tajiri ebbe problemi con questo nome e lo cambiò inizialmente in CapuMon, e poi successivamente in Pocket Monsters (nome definitivo che se abbreviato diventa Pokémon).

Il mondo di gioco di Capsule Monsters era molto differente da quello che poi abbiamo visto in Pokémon: il sistema di cattura non era basato sulle Poké Ball, ma l‘allenatore avrebbe avuto una statistica chiamata Carisma; maggiore era questa statistica, più alta era la possibilità che un mostriciattolo selvatico si unisse a lui. Inoltre gli allenatori potevano prendere parte alle lotte, utilizzando una frusta. Invece i Centri Pokémon erano rimpiazzati da dei comuni hotel, probabilmente per dare agli allenatori la possibilità di rimettersi in sesto.

I Pokémon Market erano dei veri e propri negozi di Pokémon, luoghi dove poter comprare i mostriciattoli con l’uso della moneta di gioco. Per quanto riguarda la meccanica degli scambi, non ci sono state grandissime variazioni nel corso dello sviluppo.

L’amicizia con Shigeru Miyamoto e la pubblicazione dei primi due titoli targati Pokémon

Avvicinandosi a Nintendo, dopo aver ultimato lo sviluppo, ideando quindi a tutti gli effetti il concetto definitivo di Pokémon, Tajiri fece amicizia con Shigeru Miyamoto, creatore di Super Mario, The Legend of Zelda e tante altre serie di successo. Fu proprio di Miyamoto un’idea che tutt’ora è alla base dei giochi Pokémon: quella di pubblicare due versioni differenti contenenti Pokémon esclusivi.

Vennero così pubblicati in Giappone, il 27 febbraio 1996, Pokémon Rosso e Pokémon Verde. Tuttavia Pokémon non si rivelò affatto un successo alla sua pubblicazione, vendendo un piccolissimo numero di copie nel giro di 4 settimane: Pokémon si credeva dunque destinato al fallimento. Tutto cambiò quando la prima generazione Pokémon approdò nei mercati esteri al Giappone nella forma di Pokémon Rosso e Pokémon Blu, spinti dall’enorme successo della serie animata nel 1999.

Si parlava ora di ”Pokémon mania”, si diffusero velocemente numerose leggende metropolitane, come l’ormai famosissima di Mew catturabile utilizzando Forza sul camion ad Aranciopoli: i Pokémon erano ormai sulla bocca di tutti! E noi siamo qui, a ben 25 anni di distanza, a poter testimoniare come questo brand, nonostante l’età, continui a regalare emozioni a grandi e piccini.