La nota rivista videoludica Game Informer, continua con il suo scoop riguardante Game Freak e il brand Pokémon con delle nuove visite all’interno dei loro uffici: questa volta la testata ha deciso di ripercorrere i momenti salienti dell’azienda; vediamoli insieme.
Game Freak, originariamente è nata come una rivista di videogiochi; il suo co-fondatore, Junichi Masuda, afferma che nel momento in cui lo storico Famicom ( il Nes prodotto in Giappone) venne lanciato sul mercato, contemporaneamente iniziò lo sviluppo di Mendel Palace, primo videogioco prodotto dall’azienda.
Masuda, inoltre, ha dichiarato che il team “non disponeva di un equipaggiamento di sviluppo ufficiale”, così da spingerli a modificare la console per capire come sviluppare il gioco senza gli strumenti adeguati.
Game Freak stessa fu fondata dopo che Namco dichiarò di non voler siglare un contratto individuale, necessitando di essere incorporata; il gioco successivo a Mendel Palace fu Smart Ball, un progetto sviluppato in collaborazione con Sony per il Super Nintendo, in un momento in cui, afferma Masuda, il legame con Nintendo si era fatto particolarmente forte.
Un’altro degli esordi di Game Freak fu Mario e Wario: il gioco, uscito per Super Nintendo, sfruttava la stessa periferica del mouse progettata per Mario Paint, anche se inizialmente, in accordo con Masuda, il team di sviluppo aveva intenzione di impiegare il Super Scope, successivamente accantonato poiché “era difficile lavorarci sopra”.
Queste le parole di Masuda in merito al Super Scope:
“Quando è stato progettato il Super Scope, era possibile sparare e lanciare reti per catturare mostri, ma in quel momento la maggior parte delle persone erano piuttosto piccole e il Super Scope? Non riuscivamo a determinare la cima e la parte inferiore del televisore, ragione per cui in molte situazioni non veniva riconosciuta la rete per sparare”.
Finalmente, nel 1996, Game Freak rilascia in Giappone Pokémon Rosso e Verde per Game Boy dopo aver lavorato al progetto per più di 6 anni, sfinendo le risorse economiche dell’azienda; tuttavia, mentre i giochi erano ancora in sviluppo, nessun contratto era stato siglato con Nintendo, la quale interveniva ogni tanto per offrire suggerimenti, come l’idea fornita da Shigeru Miyamoto di rilasciare i titoli su più cartucce.
Così si esprime Masuda sullo sviluppo dei mostriciattoli tascabili:
“Con Pokémon, all’inizio stavamo sviluppando il progetto da soli, e quando lo presentammo a Nintendo loro dissero: oh Okay, buona fortuna, fino a che voi ragazzi avrete i soldi, continuate a lavorare. La sensazione sul momento, non era quella di un accordo con loro, ma abbiamo continuato a lavorare per 6 anni o qualcosa del genere; ed eravamo solo noi a svilupparlo”.