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Collezionare carte Pokémon nel 2025 è diventato impossibile?

L’inizio di un nuovo anno è da sempre la spinta che serve a molti per fermarsi e riprendere le redini del proprio vagare turbolento. Parlare con sé stessi, dopo aver venduto il proprio tempo al mondo virtuale, è salutare per l’anima. Tra i tanti pensieri profondi che possono occupare le vostre menti, vorrei vi soffermaste su quelli che riguardano la vostra passione. Se siete qui a leggere queste caotiche righe, potrei azzardare nell’indovinare che, tra i tanti interessi, ci siano proprio le carte Pokémon.

La potenza mediatica che ha raggiunto il brand Pokémon è indubbia. Ad oggi, non sono solo i ragazzi a conoscere i Pokémon, ma l’interesse si è allargato anche a bambini e adulti. Questa incontrollabile evoluzione ha plasmato la primitiva e genuina passione in un irregolare poligono dalle mille sfaccettature. L’amore verso i mostriciattoli tascabili è per alcuni diventato un lavoro a tempo pieno. Molte di queste attività lavorative hanno promosso la comparsa di grandi e piccole community, da anni rifugio prezioso di molte persone. Questo grande successo mondiale ha contribuito a spazzare via molti dei pregiudizi che affliggevano i pochi appassionati di un tempo. Vi posso assicurare che 15/20 anni fa non era semplice dire in classe: <<Ehi, mi piacciono i Pokémon, giochiamo insieme?>> senza esser preso in giro o allontanato dal gruppo.

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Nonostante queste evidenti note positive, è davvero possibile affermare che il collezionismo Pokémon ha tratto beneficio da questo dilagante interesse che ha caratterizzato gli ultimi anni?

Sfortunatamente non esiste evoluzione senza qualche sacrificio. Uno dei settori che più ha risentito in negativo del fenomeno mediatico di Pokémon è indubbiamente quello delle carte collezionabili. Il successo richiama attenzioni di tutti i tipi e con esso non tardano ad arrivare truffe, furti, ludopatia e tanta ignoranza. Focalizzandoci sulle carte Pokémon, è proprio su questi aspetti che vorrei portare le vostre riflessioni.

Negli ultimi anni, come accennato in precedenza, è molto più facile “ammettere” di collezionare carte Pokémon, anche parlando tra adulti. Ma cosa è cambiato rispetto a prima? Si tratta solo di uno sdoganamento del fatto che anche i grandi possano apprezzare dei disegni di animaletti fantastici su carta o magari si tratta del fatto che uno possa voler cercare di evadere in modo sano dalla realtà lavorativa per qualche minuto al giorno? Niente di tutto questo purtroppo.

La risposta che riceverete alla vostra confessione sottolinerà solo la vostra fantomatica ricchezza. Il tutto sarà ovviamente condito da qualche improbabile e confusa fonte per la quale una carta Pokémon di Charizard è stata venduta per un milione di euro. Ebbene sì, ad oggi, ignorantemente, il collezionismo Pokémon viene associato al solo fattore economico. Attenzione poi a non ammettere di collezionare soltanto per il piacere dei ricordi o per la bellezza dei disegni perchè, in questo caso, finireste nuovamente nel purgatorio dello scherno perpetuo!

Negli ultimi anni, chi si immette nel mondo delle carte Pokémon, lo fa esclusivamente perché ha sentito da amici che si diventa miracolosamente ricchi. Vecchie collezioni polverose vengono così riesumate e vendute a cifre insensate sulle varie piattaforme. Come intuibile, da questa abitudine, nascono innumerevoli problemi che infettano ciò che di genuino pervadeva questa passione.

L’immissione in massa di cercatori d’oro ha portato il livello di ignoranza sopra oltre ogni immaginazione, alimentando truffe e indebitamenti degni dei peggiori giocatori d’azzardo. Sulle piattaforme di vendita non è raro assistere alla nascita rumorosa di collezionisti improvvisati. Le loro doti peculiari si concentrano sul recupero spasmodico delle carte più costose del momento per poi, dopo pochi mesi e magari un bel restauro, rivendere tutto, spinti dal coro angelico del “cambio progetto”. Altra dote, spesso indice di molta ignoranza, è l’irrefrenabile desiderio di gradare indistintamente tutto per far aumentare il valore. La febbre dell’oro, ieri come oggi, porta sempre con sè delle entità la cui vita attiva è pari a quella di una libellula.

Non posso e soprattutto non voglio negare il fatto che la vendita di carte Pokémon possa diventare un lavoro. Occorre però fare molta attenzione, perché il guadagno facile non esiste! È impensabile inserirsi in un mondo collezionistico vecchio quasi 30 anni, con l’arroganza di voler vendere a migliaia di euro la collezione trovata nella soffitta ammuffita del cugino, senza sapere cosa si ha per le mani o come si valutano carte e condizioni. È impensabile fare acquisti di nuovi prodotti sigillati, in ottica di un presunto guadagno futuro, spinti solo da qualche affarista che si millanta “guru“. Senza un’opportuna formazione in merito non si può pretendere di voler diventare ricchi dall’oggi al domani.

Il punto più basso del collezionismo lo raggiungiamo soffermandoci sulle manipolazioni di mercato che, da mesi, infestano come parassiti tutte le piattaforme di vendita. A causa di investimenti inizialmente poco fruttuosi, alcuni utenti decidono in blocco di acquistare ovunque una specifica carta per poi monopolizzare il mercato rivendendola ad un prezzo assai maggiore. Questo è il modus operandi di chi, avendo comprato a casaccio poichè attratto dal tintinnio del denaro, si ritrova in mano solo l’ennesimo fallimento.

Come se non bastasse, la piaga economica è arrivata ad intaccare anche l’esperienza dei più piccoli, bombardati, ora come mai, da fantomatici prezzi su ogni contenuto multimediale possibile. Nel malaugurato caso in cui un bambino voglia cercare un video a tema Pokémon su Youtube, TikTok o Instagram si troverebbe di fronte un collage di prezzi da fare invidia anche ai mercati più caotici.

In questi casi la situazione è assai più grave perché, oltre alle truffe a cui possono esser più facilmente soggetti, viene instillato in loro il seme della ludopatia incontrollata. La quasi totalità dei video e dei contenuti dedicati a Pokémon e caricati sulle varie piattaforme social, si basa esclusivamente sul valore economico. Le carte da pochi centesimi, ridicolmente segnati a schermo, sono spesso gettate via come spazzatura, mentre si esulta come folli dinanzi a quelle considerate costosissime. Tra i contenuti virali spiccano poi video in cui i creator distruggono i pacchetti per vedere a quanto ammonta la perdita economica. In alternativa, è pieno di video in cui album e collezioni vengono prezzate senza mai dare una spiegazione sulla fonte di quelle cifre. Come non citare poi la caccia all’ultimo box di carte uscito nei negozi al fine di rivenderlo al doppio il pomeriggio stesso.

Questa è la panoramica di informazioni a cui accede un bambino appena mostra interesse verso i Pokémon.

Chiaramente l’enorme spicchio di piccoli utenti a cui questi video sono rivolti si ritrovano delle fondamenta su cui costruire la loro passione per i Pokémon fatta di banconote viola. La tendenza è quella di non sentirsi più appagati dall’esperienza di aprire un pacchetto di carte con gli amici al parco se non si trova la cosiddetta “bombettah”. La magia di trovare la carta del tuo Pokémon preferito, seppur semplice comune, svanisce e lascia spazio alla pulsione di dover chiedere soldi per comprare un altro pacchetto e poi un altro ed un altro ancora. 

Ogni volta che c’è un cambiamento è sempre difficile seguire la corrente senza cadere in qualche disorientante vortice. Il modo di approcciarsi al collezionismo Pokémon è indubbiamente cambiato e anche i veterani nostalgici, come il sottoscritto, se ne devono fare una ragione. Ormai, quando si parla del gioco di carte collezionabili Pokémon, si deve considerare anche l’aspetto economico, che si voglia o no. Allora viene naturale domandarsi: ma quindi possono coesistere passione e denaro? Certo, questi due aspetti devono coesistere e possono farlo solo attraverso un’informazione trasparente da entrambi i lati. Chi si immette oggi nel mercato Pokémon, che sia per guadagno o per puro collezionismo, lo dovrebbe fare con consapevolezza e con criterio.

L’invito conclusivo che vorrei farvi è quello di cercare di amalgamare i due aspetti fino a rendere la vostra personale attività armoniosa e sana. Se lavorate con le carte Pokémon, prima di tuffarvi in vendite o acquisti convulsi, studiate e informatevi. Quando si fa della propria attività un lavoro diviene obbligatorio garantire una certa professionalità etica. Se invece siete collezionisti, siate felici dei vostri acquisti e iniziate a considerare il valore umano dell’esperienza di uno spacchettamento in compagnia o di una nuova illustrazione del vostro Pokémon preferito.