In oltre due decenni Game Freak ha realizzato più di 800 mostriciattoli tascabili, ma spesso i fans hanno accusato una qualità del design altalenante. Quali sono le caratteristiche che saltano all’occhio in un Pokémon? Cos’è cambiato?
Avere un Pokémon preferito non è strano, anzi risulta anormale non averlo. Il mondo Pokémon è in continua evoluzione, ma nonostante i cambiamenti di animazioni, e nell’anime e nei videogiochi, e piccoli accorgimenti di art design l’essenza dei più iconici mostriciattoli tascabili non cambia anche con il passare degli anni.

Se prendiamo d’esempio Pikachu, principale mascotte del brand, notiamo un’enorme differenza stilistica. In 20 anni Pikachu ha assunto una forma più snella e longilinea, con linee delicate ed eleganti. La forma di Pikachu è rimasta al passo coi tempi, ma l’essenza è stata immutata, forse perché immutabile.
I limiti tecnici del Game Boy hanno fatto in modo che si puntasse su un art design semplice e riconoscibile. La prima generazione Pokémon presentava mostriciattoli collegabili inconsciamente ad animali reali, dando così verosimilità al mondo Pokémon. Esempio lampante di questa scelta stilistica sono i tre starter. Bulbasaur, Charmander e Squirtle rimangono impressi nella mente fin da subito, poiché sono qualcosa, al contempo, di lontano e vicino dal nostro immaginario. Non esistono, ma forse potrebbero esistere, anche se meno carini. Squirtle è ispirato ad una tartaruga e le tartarughe esistono, no? Squirtle potrebbe essere molto più reale di quanto già non lo sia.

Qualcosa però, un giorno, è cambiato e non nei Pokémon classici, bensì in quelli inediti. Game Freak ha optato per un graduale abbandono dei Pokémon con sembianze animali verso esseri più antropomorfi, o ancora con richiami alla vita di tutti i giorni. Parliamo di mostriciattoli come, per citarne un paio, Trubbish e Sinistea. Questi due Pokémon sono infinitamente più complessi da immaginare. Game Freak ha avuto il coraggio di creare un Pokémon-spazzatura e Pokémon-teiera. Una scelta troppo azzardata? Probabilmente sì, un cambio di linea netto, radicale. Gli starter di Galar hanno osato ancora di più, perchè notiamo chiaramente come essi siano ispirati a un calciatore, un agente segreto e un musicista.

Il segreto di Pokémon è sempre stato un design accattivante, semplice, riconoscibile e carino, ma nel corso degli anni le direttive sembrano voler puntare a un nuovo stile artistico. I Pocket Monsters hanno intrapreso una nuova strada, che, nonostante innumerevoli critiche, pare vogliano mantenere, ma che rischia di mutare la filosofia alla base di uno dei brand videoludici più conosciuti al mondo.
Tra chi impazzisce per i nuovi design o i nostalgici che preferirebbero un ritorno alle origini, tu con chi ti schieri? Cosa ne pensi del cammino tracciato da Game Freak circa l’evoluzione dell’art design del mondo Pokémon? Seguici sui nostri profili social per rimanere sempre sintonizzato con tutte le novità a tema Pokémon e Nintendo.